Bottiglia vs rubinetto: quante microplastiche ingeriamo davvero?
- Simone Moscato
- 18 nov
- Tempo di lettura: 5 min
Ti dico la verità senza fare giri strani: se oggi stai bevendo acqua in bottiglia o dal rubinetto, stai ingerendo microplastiche. Non “forse”, non “in certe zone”, non “dipende dalla marca”. Le stai ingerendo, punto. E non te lo dico per fare l’allarmista, ma perché me lo sento ripetere ogni giorno da mamme e papà che arrivano con la stessa frase sulle labbra: “Io voglio solo essere sicura di quello che do ai miei figli da bere”.
È quel tipo di preoccupazione sottile che ti accompagna nelle piccole scene quotidiane. Prepari la borraccia ai bambini e ti chiedi se quell’acqua è davvero pulita. Fai un tè al mattino e il dubbio ti sfiora. Apri il rubinetto e speri che i tubi siano in forma migliore di quello che immagini. Insomma, non è paura, è solo un fastidio mentale costante: la sensazione di non avere il controllo su una cosa che dovrebbe essere la più semplice di tutte.
È paradossale, no? Bevi acqua ogni giorno e non puoi sapere cosa c’è dentro davvero. Tutto dipende dal Lotto giusto, dalla bottiglia conservata bene, dal percorso che ha fatto, dalla temperatura a cui è stata esposta, oppure dalla qualità delle condotte che portano l’acqua fino a te. Nessuna di queste cose dipende da te, e quando c’è di mezzo la salute dei figli, questa mancanza di controllo pesa il doppio.
Io lo vedo negli occhi delle persone che incontro. Arrivano tranquille, fanno due battute, poi quando si parla dell’acqua che bevono la voce cambia. Perché, diciamolo, puoi accettare mille incertezze nella vita… ma non sull’acqua che entra nella tua famiglia ogni giorno.
Le microplastiche non se ne vanno. E bottiglia e rubinetto non aiutano.
Il problema vero è che questo non è uno di quelli che “si sistemano da soli”. Le microplastiche non si dissolvono, non smettono di comparire, non diventano magicamente innocue. Ogni nuova ricerca conferma la stessa cosa: ci sono, aumentano e finiscono nel nostro corpo.
E qui arriva la parte che sorprende quasi tutti.
Molti pensano che basti evitare la plastica e prendere l’acqua in vetro. Sarebbe fantastico se funzionasse. Invece uno studio recente ha dimostrato che anche le bevande in bottiglie di vetro contengono microplastiche. In media cento particelle per litro, e in alcuni casi fino a cinquanta volte di più rispetto alla plastica. Non vengono dal vetro, ma dai tappi, dalle vernici, dai graffi. Tutto ciò che l’acqua incontra prima di finire nel tuo bicchiere.
“Ok allora bevo dal rubinetto.”
Magari. Ma anche lì le microplastiche vengono rilevate da anni, perché l’inquinamento ambientale entra dappertutto. Le falde non hanno un filtro magico, i fiumi nemmeno, e le tubature non diventano nuove solo perché l’acqua è potabile per legge.
Quindi no: cambiare bottiglia non è una soluzione. Passare al vetro non è una soluzione. Bere dal rubinetto sperando che vada bene non è una soluzione.
Sono tutte mezze scelte che ti danno una falsa sensazione di controllo mentre continui a ingerire ciò che vuoi evitare.
E intanto il pensiero rimane lì, giorno dopo giorno.
Chi sei tu in questa storia? Quella persona che non vuole più andare a caso.
Se stai leggendo questo articolo, probabilmente hai una vita piena. Magari sei una madre con due figli, lavori, fai avanti e indietro tra scuola, sport, impegni, e arrivi a fine giornata con la testa che ti fuma. Oppure sei un padre che cerca di bilanciare tutto e vuole almeno sapere che l’acqua in casa è una cosa in meno da controllare.
Io ascolto sempre gli stessi pensieri, detta in modi diversi ma sempre simili.
“Bevono troppo poca acqua.”
“L’acqua del rubinetto non mi convince.”
“Non voglio più bottiglie ovunque.”
“Non posso permettermi leggerezze sulla salute dei miei figli.”
Tu non stai cercando una soluzione fantascientifica. Stai solo cercando tranquillità.
Aprire il rubinetto, bere, e finire lì.
Senza dubbi, senza odori, senza domande che tornano sempre uguali.
E ti capisco, perché è esattamente per questo che faccio questo lavoro: togliere alla gente un pensiero inutile dalla testa.
La soluzione non è scegliere meglio. La soluzione è togliere il problema.

Quando si parla di depuratori, qualcuno storce il naso. “È esagerato”, “È roba per chi ha troppe fisime”, “È un lusso”.
E invece no. È la cosa più normale del mondo se sei stanco di sperare che l’acqua sia buona.
Un depuratore serio fa una sola cosa: ti restituisce il controllo.
Non ti chiede di fidarti della bottiglia giusta o dei tubi del tuo condominio.
Ti dà un’acqua stabile, pulita, identica ogni giorno.
E soprattutto libera la tua testa da quel fastidio che ti porti dietro ogni volta che riempi un bicchiere.
Le alternative che la gente prova prima?
Le caraffe filtranti, che sembrano una bella idea finché non scopri che non rimuovono le microplastiche e che se sbagli una semplice procedura possono persino ospitare batteri.
I filtri da rubinetto economici, che migliorano un po’ il sapore ma non tolgono quello che ti interessa davvero.
I depuratori “entry-level” presi online, che magari filtrano qualcosa ma non sono certificati e ti aggiungono un’altra ansia invece di toglierla.
Io parlo di un’altra cosa: una soluzione definitiva. Che funziona, punto.
E cosa cambia davvero quando hai un’acqua che finalmente ti piace e ti fa stare tranquillo?
Cambiano piccole scene, ma cambiano in maniera evidente.
I figli bevono di più perché l’acqua è buona.
Tu smetti di comprare bottiglie e di riempire la differenziata.
La cucina sembra più grande perché non ci sono più ingombri ovunque.
La tua testa è più leggera perché un pensiero in meno fa sempre la differenza.
E poi ci sono i racconti delle famiglie che ho seguito in questi anni.
Te ne dico uno che ormai è diventato un classico.
Una famiglia di Torino, dopo qualche settimana dall’installazione, mi scrive: “Simone, abbiamo comprato le borracce per tutti perché ormai vogliamo bere solo l’acqua depurata. Quella in bottiglia non ci piace più”.
Succede sempre così. Quando bevi acqua pulita, il corpo la vuole.
E quando la porti in giro al lavoro, a scuola, in palestra… capisci che ormai sei abituato a un’altra qualità.
E non torni indietro.
Vuoi davvero capire cosa stai bevendo oggi? Fai lo SplashTest.
Se vuoi smettere di andare a caso e vuoi capire esattamente cosa entra nei bicchieri della tua famiglia — microplastiche comprese — la cosa più semplice è richiedere lo SplashTest.
È gratuito, lo preparo io personalmente, e ti serve per avere un quadro chiaro della tua situazione.
Mi dici cosa usi, quanta acqua consumi, che dubbi hai, e io ti dico senza fronzoli se ci sono problemi e come puoi risolverli.
Niente impegno, niente pressione, niente “vediamo poi”.
Solo chiarezza.
Così passi da “spero che vada bene” a “so esattamente cosa sto bevendo”.
Scrivimi per lo SplashTest.
Facciamo chiarezza insieme e togliamoci questo pensiero una volta per tutte.
Simone.


Commenti